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Da Conclave ai Due Papi, Bergoglio fonte ispirazione
Tra i vari, i docu di Wenders e Rosi e il biopic di Luchetti
Tra macchinazioni, misteri e rituali segreti, il dietro le quinte per l'elezione di un pontefice è da tempo fonte di ispirazione per i filmmaker di tutto il mondo. Forse anche grazie al destino mortale di Papa Francesco, pontefice carismatico quasi novantenne, agli ultimi Oscar, vincendone uno per la sceneggiatura non originale, e' arrivato in finale Conclave di Edward Berger: il film con Ralph Fiennes nel ruolo del Cardinale protagonista, con Isabella Rossellini e Sergio Castellitto tra gli altri, lodato dagli insider vaticani per la quasi totale affidabilita' di quanto accade tra Santa Marta e la Cappella Sistina, si e' rivelato anche un campione di incassi al box office con 115 milioni di dollari globali. E in attesa del debutto sul piccolo schermo il 5 maggio su Sky Cinema Uno e in streaming su Now è già disponibile in home video con Eagle Pictures oppure a noleggio sulle piattaforme di streaming di Prime Video, Apple Tv e Mediaset Infinity. L'ascesa di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio nel marzo 2013 ha inaugurato un nuovo filone di film ispirato alla sua figura. Meno ieratica, più accessibile, profondamente contemporanea: l'immagine di Francesco rompeva quotidianamente i cliché, inaugurando una stagione di riflessioni anche al cinema sulla spiritualità, la coscienza, il potere e la crisi dell'autorità religiosa. Il capostipite di questo nuovo filone è stato senza dubbio I Due Papi, diretto dal brasiliano Fernando Meirelles e interpretato magistralmente da Anthony Hopkins e Jonathan Pryce. Uscito nel 2019 e ora disponibile su Netflix, il biopic ambientato alla vigilia della rinuncia di Ratzinger al pontificato immagina un confronto tra il conservatore Benedetto XVI e l'arcivescovo progressista di Buenos Aires Bergoglio, impegnati a Castelgandolfo in un dialogo sulla fede, il peccato e la possibilità del cambiamento con un finale all'insegna dello sport. Anche I Due Papi si apre con un conclave, quello del 2005 in cui fu eletto il tedesco lasciando l'argentino sul punto di lasciare la porpora. Con tre nomination agli Oscar (la sceneggiatura e i due attori), il film di Meirelles riporto' al centro della grande narrazione cinematografica globale il Vaticano gia' trattato piu' volte da Hollywood in modo piu' fictional, ad esempio nel terzo episodio del Padrino (1990) e in Angeli e Demoni del 2009 tratto dal romanzo di Dan Brown. Francesco ha ispirato anche i documentaristi: nel 2018 e' uscito da Papa Francesco - Un uomo di parola in cui Wim Wenders presenta il pontefice come un leader morale capace di parlare direttamente agli uomini e alle donne del nostro tempo su temi come la povertà, l'ambiente e la giustizia sociale. Due anni dopo era arrivato Francesco di Evgeny Afineevsky, Premio Kinéo alla Mostra del Cinema di Venezia, facendo ancora più scalpore per le dichiarazioni sui diritti dei migranti e dei gay. Dedicato alle missioni del Papa all'estero il film di Gianfranco Rosi "In viaggio", presentato Fuori Concorso a Venezia nel 2022, ripercorre emozionando i viaggi del Papa visionando i filmati che li documentano: una sorta di dialogo a distanza tra il flusso dell'archivio dei viaggi del Papa, le immagini del suo cinema, l'attualità e la storia recente. Ci sono stati poi il biopic Chiamatemi Francesco del 2015 di Daniele Luchetti che ripercorre la giovinezza di Bergoglio (Rodrigo De La Serna) nella Buenos Aires degli anni della dittatura, trasmesso ieri sera su Mediaset. E prima ancora, Habemus Papam di Nanni Moretti: usci' nel 2011 e, pur non parlando direttamente di Francesco, nel personaggio interpretato da Michel Piccoli di un Papa che scappa dal Vaticano anticipo' in modo quasi profetico l'idea di un papato fragile, inquieto, umano. Totalmente di fantasia nel registro barocco di Paolo Sorrentino la serie Sky The Young Pope con Jude Law.
P.Sousa--PC