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Sean Penn, 'Sorrentino? Tornerei subito a lavorare con lui'
Il divo a Marrakech, "vado poco al cinema, le perle sono in tv"
"Paolo Sorrentino? Che regista straordinario, se me lo chiedesse tornerei all'istante a lavorare con lui". Sean Penn, 64 anni, attore, regista e produttore cinematografico, si apre in una chiacchierata di mezz'ora a margine del Festival Internazionale del Film di Marrakech. "Mai usare i social media per se stessi", avverte, da attivista perseverante. "Ho l'impressione di essere fortunato - spiega, in una conferenza stampa tra i velluti di un hotel di lusso di Marrakech - ogni giorno mi sveglio pensando che il mondo è il miglior posto per vivere. Per questo ogni giorno mi chiedo se faccio abbastanza per meritarlo". Il ricordo corre veloce al 2022, quando volò in Ucraina per girare un documentario sugli effetti devastanti dell'invasione russa. "È stata una grande esperienza", dice prima di tornare a parlare di cinema. "Dei film arabi che ho visto mi sono piaciuti 'The Apprenctice, alle origini di Trump' dell'iraniano Ali Abbasi e anche 'The Mother of All Lies', della marocchina Asmae El Moudir". Poi, passandosi una mano sulle rughe del viso, attacca, "vado di rado davanti al grande schermo, mi sembra che sia cambiato il modo di fare cinema e ora puoi trovare delle gemme scritte più facilmente per la tv o per le piattaforme". "Per quel che mi riguarda", aggiunge l'attore premiato con l'Oscar per 'Mystic River' e 'Milk', "le prime 10 pagine di una sceneggiatura mi bastano per capire se un film mi prende o no. La vera sfida per chi fa cinema è trovare una buona distribuzione. I distributori oggi sono come i congressisti USA quando eleggono il presidente". Premiato al Festival di Marrakech con la stella d'oro alla carriera, Sean Penn, in pista dal 1974 con il debutto in un episodio de 'La casa nella prateria', si schernisce quasi: "Mio Dio come sono vecchio" e confessa di non essere a suo agio sul palco delle celebrità. "L'onore di ritirare questo premio è stata un po' la scusa per venire in Marocco, viaggio che volevo fare da tempo. Ma alla fine questo Festival è diverso: ti celebrano, fai il tappeto rosso e poi ti capita di vedere gli studenti di cinema o i tuoi miti nella poltrona accanto".
J.Oliveira--PC