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Cilian Murphy, Emily Watson e gli orribili istituti Magdalene
In sala dal 28 'Piccole cose come queste' di Tim Mielants
Bill Furlong (Cilian Murphy), cinquant'anni, ha sempre la mani sporche di carbone, uno sguardo triste ed è di poche parole, nonostante moglie, Eileen, e cinque belle figlie adolescenti. Una tristezza infinita, la sua, che viene dal passato. Commerciante di carbone nell'Irlanda degli anni Novanta, diventa involontario testimone degli abusi e violenze delle Magdalen Laundries, quegli orribili istituti nati per "riformare giovani donne" e gestiti da istituzioni cattoliche dove vennero perpetrate terribili violenze verso giovanissime che avevano la sola colpa di essere in attesa di un bambino, o troppo povere o solo inquiete. E questo per un periodo lunghissimo: dal 1820 fino al 1996. Già apertura del 74esimo Festival di Berlino e ora in sala dal 28 novembre con Teodora, in 'Small Things Like These' (questo il titolo originale), la bellezza piovosa e verde d'Irlanda, pochi dialoghi e orrori solo evocati o immaginati, i peggiori. Come protagonista questo malinconico eroe che incontra per puro caso una ragazza, Sarah, in fuga dall'Istituto diretto da una magnetica e demoniaca Suor Mary (Emily Watson), madre badessa. Da parte dell'attrice britannica - che ha dato il volto alla Bess McNeill nel film di Lars Von Trier 'Le onde del destino' - poco più di una scena, ma così convincente e perfetta da vincere a Berlino l'Orso come miglior attrice non protagonista. 'Piccole cose come queste' è un produzione irlandese-belga diretta dal regista Tim Mielants da una sceneggiatura di Enda Walsh basata sul libro omonimo della scrittrice irlandese Claire Keegan (Einaudi). Va detto, infine, che su le Magdalen Laundries sono stati fatti diversi film di denuncia. Uno su tutti: nel 2002 'Magdalene' (The Magdalene Sisters), scritto e diretto da Peter Mullan e in anteprima mondiale a Venezia.
P.Mira--PC