Portugal Colonial - Ecdc, cautela per chi si reca in zone a rischio Oropouche

Ecdc, cautela per chi si reca in zone a rischio Oropouche
Ecdc, cautela per chi si reca in zone a rischio Oropouche

Ecdc, cautela per chi si reca in zone a rischio Oropouche

Tra giugno e luglio 19 casi importati in Europa, 5 in Italia

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Cresce l'attenzione sul virus Oropouche. Dopo che il numero di nuovi casi in Sud America ha superato gli 8.000 in pochi mesi, l'European Centre for Disease Prevention and Control ha pubblicato un documento di valutazione del rischio in cui invita i cittadini che si recano o risiedono nelle zone a rischio ad adottare misure di protezione individuale. L'infezione è attualmente diffusa soprattutto in Brasile, ma anche in alcune aree di Bolivia, Colombia, Perù e Cuba. "La probabilità di infezione per i cittadini dell'Ue e dello Spazio Economico Europeo che viaggiano o risiedono in aree epidemiche dell'America meridionale e centrale è attualmente valutata come moderata", spiega l'Ecdc. "La probabilità di infezione aumenta se i viaggiatori visitano le aree più colpiti degli stati settentrionali del Brasile e/o della regione amazzonica e/o se non vengono prese misure di protezione personale", aggiunge. Per chi si reca nelle zone più interessate, l'Ecdc raccomanda di adottare "misure di protezione individuale per ridurre il rischio di punture", vale a dire "l'uso di un repellente", "indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi", "l'uso di zanzariere a rete fine trattate con insetticida durante il riposo". La malattia si presenta con febbre, mal di testa, nausea, vomito, dolori muscolari e articolari. Solo raramente si riportano complicanze severe e i decessi sono estremamente rari. Nelle ultime settimane è stato avanzato il sospetto che l'infezione possa essere legata a un aumento del rischi di aborti o malformazioni del feto. Per questo, precisa l'Ecdc, le donne in gravidanza dovrebbero prestare particolare attenzione. Intanto sale a 19 il bilancio delle infezioni riportate in Europa: 12 in Spagna, 5 in Italia e 2 in Germania. Diciotto di esse sono state registrate in persone che hanno riportato viaggi a Cuba o in Brasile. Il rischio di contrarre la malattia in Europa è considerato comunque molto basso, dal momento che l'insetto che trasmette il virus non è presente nel continente e non è stato riportato nessun caso di contagio da uomo a uomo.

A.Seabra--PC