Portugal Colonial - Inaugurata alla Cassazione una targa per Donato Carretta

Inaugurata alla Cassazione una targa per Donato Carretta
Inaugurata alla Cassazione una targa per Donato Carretta

Inaugurata alla Cassazione una targa per Donato Carretta

L'ex direttore di Regina Coeli fu trucidato dalla folla nel 1944

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"Vittima in questo luogo della cieca violenza della folla". Recita così la targa inaugurata oggi alla Cassazione dedicata a Donato Carretta, l'ex direttore del carcere di Regina Coeli che il 18 settembre 1944 venne trucidato dalla folla nel giorno del processo al questore di Roma, Pietro Caruso. "Questo episodio - ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio - inorridisce perché dimostra la ferocia della folla quando vuole farsi giustizia da sé. Credo che sia una lezione sul fatto che, indipendentemente dai fatti che uno può avere commesso, la giustizia è prerogativa assoluta dello Stato e la legalità formale e sostanziale deve prevalere su qualsiasi forma di emotività". Ad ottant'anni da quell'episodio, la Corte suprema ha deciso di rendere omaggio a Carretta alla presenza anche dei familiari non solo dell'ex direttore del carcere ma anche di Angelo Salvatori, il tranviere che si rifiutò di passare sul corpo inerme di Carretta posto dalla folla sulle rotaie proprio davanti al palazzo di giustizia. Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, la presidente della Cassazione, Margherita Cassano, e il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli. "Il linciaggio di Carretta - le parole di Gualtieri - è una delle immagini più buie di quella stagione che vedeva Roma uscire dalla tragica occupazione nazista, anni in cui la città venne fatta oggetto di atti drammatici. Un episodio che rappresenta un monito per cui, soprattutto nelle fasi più delicate, la saggezza degli uomini e la capacità di darsi regole comuni e di far convivere democraticamente idee diverse, è particolarmente importante". Per la presidente Cassano la targa "oltre al ricordo di Carretta, vuole essere un monito perché non si ripetano episodi simili di violenza cieca e brutale". "Ma è anche riflessione sull'attualità - ha concluso - perché viviamo in un mondo permeato di violenza che può portare a risultati inarrestabili. Spetta a noi far prevalere la forza della razionalità e il rispetto dei valori della Costituzione".

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C.Amaral--PC