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Paolo Sorrentino, faccio fatica con gli estremismi
il film della vita è Otto e mezzo ma non sono un cinefilo
''Il film della mia vita? Otto e mezzo, ma non sono un cinefilo. C'è qualcosa che mi entusiasma più del calcio, del Napoli? No non c'è''. Parola di Paolo Sorrentino, il grande regista si lascia andare a Taobuk in una lunga conversazione con Federico Pontiggia, 'Di bellezza, grande e ovunque', smentendo la premessa: ''''Non sono un gran parlatore e se fa molto caldo ancora meno''. Invece si racconta volentieri: ''Faccio fatica con gli estremismi, si può trovare una ragione nel mezzo, sono di centro. Politico? No no... forse con gli anni si''. E ancora: ''Io non voglio inseguire l'attualità, il mondo oggi passa il tempo la metà ad offendere la metà a scusarsi, reazioni elementari, emotive e questo rispetto al cinema non è di nessuna utilità''. Ma si parte dal cinema, da Parthenope il suo ultimo film, che è stato presentato in concorso a Cannes e che uscirà nelle sale italiane il 24 ottobre distribuito da Piperfilm che ha pensato di farlo precedere da un programma di proiezioni speciali di mezzanotte dal 19 settembre. ''I film sono quasi sempre autobiografici, almeno per me, a volte si camuffa bene nei personaggi, a volte meno. In Parthenope la stessa cosa, non solo quello che si è vissuto ma a volte ancora di più l'autobiografia di quello che vorresti. Questa è un'autobiografia immaginaria, forse ancora più potente''. ''Mi ha influenzato tantissimo il cinema americano anni Novanta, Tarantino, Jarmush, Lynch tutta la generazione che mi ha profondamente formato, Scorsese anche se più grande, io ero giovane ed era un periodo felice, anche Jane Campion''. Neorealismo? ''Ho delle lacune gravi, non è il tipo di approccio che ho io al racconto cinematografico, quando ho cominciato c'era una serie di registi che facevano il neorealismo ognuno cercava la sua strada. Non mi sono mai posto l'idea di non fare film neorealisti, mi sono lasciato influenzare da Fellini da Scorsese da Lynch. Non mi sono fatto influenzare da De Sica anche se era oggettivamente bravo. Più bravo di Fellini? No, forse no''. Cancel culture? ''Se parlassi di questa cosa dovrei lamentarmi ma io non mi voglio lamentare, in un paese di lamentosi non voglio appartenere a questa compagnia di giro. So che dico le parolacce e accetto cha a qualcuno dia fastidio. Non voglio fare lamentale perchè significa diventare retorici e per me ecco, la retorica non nè bella''. ''Il sesso? Non ho mai fatto scene di sesso, forse una o due, non mi ha mai interessato il sesso al cinema ma mi interessa tutto quello che ci sta intorno. Così come mi ha sempre affascinato il potere che ha a che fare con la seduzione e l'erotismo, non l'atto che non mi interessa''.
P.Cavaco--PC